Mentre le rassegne nazionali si dedicano sempre di piu' a repertori ripetitivi, Ravenna Festival emerge per l'originalita' dei programmi e le aperture a tematiche di forte spessore spirituale e speculativo, come quella di quest'anno: "Ex tenebris ad lucem" ovvero il viatico della Passione. Di qui la prima assoluta "Tenebrae" di Adriano Guarnieri, la splendida cantata video-scenica, metateatro non narrativo, che si enuclea per stadi emozionali: un notturno funereo, evovazione metaforica dell'universo romantico per i tramiti di alcuni frammenti testuali di Massimo Cacciari, ordinati da Crstina Mazzavillani Muti, responsabile di Ravenna Festival e regista dello spettacolo. Guarnieri si immedesima negli acuminati aforismi e abissi misterici di Cacciari, illuminati dalla voce di Georg Trakl, il poeta viennese in cui l'ansieta' espressionista convive con la speranza di redenzione: temache sta a cuore al compositore mantovano. Il testo musicale si svolge in labirinti polifonici con una densita' melodica di ardente splendore. Il punto di riferimento e' il "Prometeo" di Nono e Cacciari, ma con una temperatura espressiva piu' appasionata, a tratti corporea. Due soprani e un controtenore (Alda Caiello, Sonia Visentin, Antonio Giovannini) potenziati dagli aloni del coro registrato, interagiscono con schegge strumentali luminescenti e con gli urti drammatici delle percussioni e degli ottoni, disposti spazialmente nei palchi del Teatro Alighieri ed esaltati dal Live Electronics: "la pace e' abitata dal grido" dice Cacciari. Lessici d'avanguardia sono attraversati periodicamente dal canto gregoriano, come nostalgia di una liturgia ancestrale. La lunga melopea conclusiva, intonata dalla voce immacolata della Caiello, e' uno dei culmini della vocalita' contemporanea, sospesa tra salvazione e angoscia, quasi un'evocazione degli "appuntamenti della mezzanotte" del melodramma romantico. Crstina Mazzavillani e' la inventiva creatrice dello spettacolo immerso nei turbini caleidoscopici delle proiezioni, con immagini drammatiche di Caravaggio. All'inizio e alla fine affascinanti architetture luminose tendone invece all'astrazione. Forse e' pleonastica la recitazione di alcuni frammenti del testo: la musica parla da se'. "Tenebrae" verranno riprese a Roma, sempre dagli agguerriti strumentisti dell'Opera di Roma, felicemente diretti da Pietro Borgonovo.